Non è possibile accogliere la vostra istanza

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Così l’Amministrazione ha risposto ai Colleghi che, attraverso la Fisac CGIL, avevano chiesto – con riferimento alla nota n. 425591/21 “misure di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena” – di prevedere “l’estensione della possibilità di fruire di un periodo di congedo straordinario al 50% anche per i colleghi la cui attività è suscettibile di essere svolta in modalità agile, in alternativa all’esecuzione della prestazione lavorativa”. (SCARICA).

La Banca dichiara di aver agito “in linea con le previsioni del D.Lg. 30 del 13 marzo 2021”. (SCARICA).

La motivazione del rifiuto è stata che la Banca rispetta le disposizioni legislative, che precluderebbero la possibilità di riconoscere parità di trattamento con i lavoratori addetti ad attività non delocalizzabili: in sostanza sarebbe la nostra richiesta addirittura a essere contraria alla legge, quasi fossimo dei banditi in procinto di commettere un efferato delitto!

Eppure non si tratta di norme imperative, ma di una disciplina di tutela minima rispetto alla quale il datore di lavoro può sempre prevedere misure di maggior sostegno per i propri dipendenti, senza gravare sulla spesa pubblica, come è nel caso dei dipendenti della Banca d’Italia.

D’altra parte, che la situazione emergenziale non sia ancora terminata è sotto gli occhi di tutti: la didattica in presenza è stata in parte riavviata, ma già arrivano notizie di intere classi poste in quarantena, con le conseguenze che purtroppo conosciamo bene.

Ma l’Amministrazione, come “ulteriori misure a sostegno dei colleghi”, è convinta che sia sufficiente, per esempio, prevedere la possibilità di “fruire della banca del tempo senza alcun vincolo”.

È un peccato: per una volta la Banca aveva la possibilità di andare oltre la burocrazia, invece di dire, in sostanza, cari Colleghi, non vi dobbiamo nulla.

Ne prendiamo atto. E crediamo anche di riuscire a individuarne le ragioni: non importa in che condizioni i colleghi stiano lavorando, basta che lavorino.

A questo punto però, vale la pena di fare qualche riflessione, perché rispondere alle istanze dei lavoratori (rappresentate dai sindacati) non è un mero compito compilativo di letterine protocollate, ma comporta una scelta e, con essa, i relativi effetti.

Varrebbe la pena di ripetere ancora una volta come fin dall’inizio della pandemia il lavoro è stato comunque svolto dai colleghi – con enormi sacrifici e senza praticamente diritti – ma crediamo che siano questioni ormai più che note a tutti. Anche alla Banca.

Ricordiamo bene però che l’ultimo incontro sull’emergenza ha avuto luogo nello scorso ottobre 2020, a seguito di una procedura di raffreddamento, in cui la materia del contendere era proprio la stessa: garantire misure di tutela ai colleghi, soprattutto a quelli con maggiori difficoltà.

Non dimentichiamo infatti che allora, quando era già chiaro l’arrivo di una nuova ondata epidemica, la Banca era ancora fossilizzata sui 5 giorni di rientro obbligatorio, con un’assenza di lungimiranza (e di coscienza) che, a ripensarci ora a posteriori, fa solo scuotere la testa.

Tutto questo poggia su diffuse carenze di organico, spesso ormai cronicizzate, in cui l’assenza anche solo di una persona in ufficio crea scompensi operativi di difficile gestione. Una situazione a cui non si è certo rimediato con il nuovo concorso per il personale operativo, che sconta il differimento temporale conseguente all’annullamento del bando precedente.

Né vi si è rimediato con una pronta regolamentazione del lavoro in emergenza: come se non ci fosse alcuna pandemia, la Banca si aspetta che per devozione i colleghi in delocalizzato – Dad o non Dad – debbano lavorare quanto, come e quando decide lei, che nei GSP e nelle STC si debba lavorare a piena operatività anche se in split team e che a BAN si debbano fare pressoché tutti i venerdì di straordinario.

Nel frattempo è però emersa una novità: a forza di forzature e dinieghi il personale non ce la fa più ed è davvero esasperato, deluso, demotivato. Lo si percepisce chiaramente. Non a caso abbiamo chiesto una nuova rilevazione dello stress lavoro-correlato (SCARICA).

Ma anche su questo la Banca procede bendandosi gli occhi e sembra aspettarsi comunque mirabolanti risultati, senza fare il minimo sforzo per andare incontro ai colleghi.

Crediamo che in questo la sua lungimiranza sia pari a quella che dimostrò a ottobre.

E ci chiediamo, ad esempio: visto l’imminente realizzazione della Relazione annuale, appuntamento tanto caro per l’immagine dell’Istituto, la Banca intende chiedere di nuovo al personale giornate di lavoro festivo, salvo far sparire le prestazioni dal cartellino orologio, o ha altri programmi?

In occasione di plus lavoro intende dare per scontata la disponibilità – anche per lavoro straordinario – dei colleghi che seguono bambini in Dad o pensa di organizzarsi diversamente?

Per le attività in presenza, crede di poter svolgere in pandemia le proprie funzioni senza programmare alcun calo di operatività e con altrettanta efficienza, ma col personale fiaccato e sull’orlo di una crisi di nervi?

La Banca pensa evidentemente di sì.

Noi, invece, pensiamo di no.

E per questo chiediamo che con urgenza si torni a parlare con le OO.SS. di lavoro in emergenza.

Nel frattempo, ricordiamo ai colleghi che, davanti a richieste esose, è il momento di rispondere con un bel NON È POSSIBILE ACCOGLIERE LA VOSTRA ISTANZA.

Guardando più avanti, invece, rileviamo che sul tavolo negoziale ci sono importanti argomenti: in quella sede, per la Fisac CGIL, per tutti i Colleghi, la Banca non potrà più rispondere NON È POSSIBILE ACCOGLIERE LA VOSTRA ISTANZA.

Roma, 15 aprile 2021

La Segreteria Nazionale